Sulle vicende di Milasa e Laodicea scrive Strabone: (a proposito di Ibrea, rettore di Milasa): "diventato così molto potente e con reputazione sia di buon cittadino che di retore inciampò nella resistenza a Labieno. Tutti gli altri (Milasii) si arresero a costui che giungeva con un esercito e una forza alleata partica, quando ormai i Parti occupavano l'Asia, si arresero perché disarmati e pacifici. Zenone di Laodicea e Ibrea, entrambi retori, invece non cedettero, ma spinsero alla rivolta la loro città" (5). Continua poi ricordando la provocazione di Ibrea: "egli provocò con un certo motto Labieno che era giovane facilmente irritabile e irragionevole: poiché, infatti, egli si definiva comandante partico, disse: io allora mi chiamerò comandante cario. Dopo di che il comandante mosse contro la città con corpi di divisione di soldati romani che erano già organizzati in Asia. Non gli riuscì di prendere Ibrea che era scappato a Rodi, distrusse però la sua casa ricca di arredi; distrusse del pari tutta la città" (6).