In mancanza di dati archeologici e di altre testimonianze scritte non è possibile accertare il fondamento storico di queste notizie. Sarebbe tuttavia azzardato considerare come un caso la corrispondenza tra fonte poetica e fonte epigrafica riguardo l’esistenza di un centro repubblicano a Cingoli; ciò sembra infatti provato dall'iscrizione C.I.L. IX 5679 (7) del III sec. a.C. nella quale sono menzionati i due magistri Terebius e Vibolenus (8). Se dubbi si possono avanzare sulla notizia della presenza a Cingoli, al tempo della seconda guerra punica, di "alte mura", il dato circa l'esistenza di un nucleo abitativo, risalente a quel periodo, che diede i natali ad un esponente della gens Labiena sembra certamente più credibile.
Dalla lettura di alcune fonti medievali è possibile estrapolare un ulteriore dato che dimostra lo stretto legame fra il territorio cingolano e la gens Labiena. Il toponimo "Avenale", una frazione di Cingoli, è infatti attestato in alcuni documenti nella forma "Lavenano": la bolla di Lucio III del 1184, diretta all'abate del Monastero di S. Maria di Valfucina, e la bolla di Gregorio IX del 1236 menzionano la chiesa di "S. Marie de Lavenano"; l'atto notarile del 1213 in cui Attone, prete di "S. Marie Lavenani", riconferma a Ludovico di Michele l'enfiteusi di una terra "in fundo Lavenano". Il toponimo, piuttosto chiaro, dimostra l'esistenza di proprietà fondiarie della gens Labiena in quella zona di Cingoli (9).
La principale fonte a sostegno dell'origine cingolana di Labieno è rappresentata dal Bellum Civile di Giulio Cesare. In un passo dell'opera si legge infatti che: Etiam Cingulo, quod oppidum Labienus constituerat suaque pecunia exaedificaverat (10); Labieno tuttavia non costruì Cingoli, egli fece si che tale abitato acquistasse la fisionomia di città, condizione necessaria per la concessione dello statuto municipale.
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In mancanza di dati archeologici e di altre testimonianze scritte non è possibile accertare il fondamento storico di queste notizie. Sarebbe tuttavia azzardato considerare come un caso la corrispondenza tra fonte poetica e fonte epigrafica riguardo l’esistenza di un centro repubblicano a Cingoli; ciò sembra infatti provato dall'iscrizione C.I.L. IX 5679 (7) del III sec. a.C. nella quale sono menzionati i due magistri Terebius e Vibolenus (8). Se dubbi si possono avanzare sulla notizia della presenza a Cingoli, al tempo della seconda guerra punica, di "alte mura", il dato circa l'esistenza di un nucleo abitativo, risalente a quel periodo, che diede i natali ad un esponente della gens Labiena sembra certamente più credibile.Dalla lettura di alcune fonti medievali è possibile estrapolare un ulteriore dato che dimostra lo stretto legame fra il territorio cingolano e la gens Labiena. Il toponimo "Avenale", una frazione di Cingoli, è infatti attestato in alcuni documenti nella forma "Lavenano": la bolla di Lucio III del 1184, diretta all'abate del Monastero di S. Maria di Valfucina, e la bolla di Gregorio IX del 1236 menzionano la chiesa di "S. Marie de Lavenano"; l'atto notarile del 1213 in cui Attone, prete di "S. Marie Lavenani", riconferma a Ludovico di Michele l'enfiteusi di una terra "in fundo Lavenano". Il toponimo, piuttosto chiaro, dimostra l'esistenza di proprietà fondiarie della gens Labiena in quella zona di Cingoli (9).Labienus の cingolana 起源を支持する主な情報源は、Bellum Civile のジュリアス ・ シーザーによって表されます。その法の成立で: Etiam 教授、quod oppidum constituerat pecunia exaedificaverat suaque Labienus (10);Labienus は、しかしトラックを構築していない、彼は町が地方自治体の法令を付与するための必要条件である都市の人相を買収したことを意味します。
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