ell'autunno dell'anno 50 a.C. Cesare assegnò a Labieno il comando della Gallia Cisalpina: T. Labienum Galliae togatae praefecit, quo maiore commendatione conciliaretur ad consulatus petitionem (36). Questa frase del Bellum Gallicum ha suscitato numerose controversie fra gli studiosi a proposito di una possibile candidatura di Labieno al consolato per l'anno 49 a.C.
Lo studioso Ronald Syme scrive: "la proposizione dipendente nel primo brano è sgraziata e ambigua. In primo luogo, qual è il soggetto del verbo "conciliaretur"? Presumibilmente "Gallia togata", la cui regione deve essere indotta per favorire qualcuno della candidatura per il consolato. In secondo luogo, la candidatura di chi viene favorita mettendo Labienus a capo della Gallia Cisalpina - di Cesare o di Labieno? Molti studiosi presumono il primo. Mommsen, comunque, capisce una prospettiva candidatura di Labienus" (37).
Anche l'Abbott è possibilista riguardo alla candidatura di Labieno: "Cesare fece Labieno governatore della Gallia Togata, in modo da favorire la sua candidatura per il consolato. Se avesse sospettato della slealtà di Labieno, non gli avrebbe dato tale posizione" (38).
Il Münzer (39), al contrario, non supporta l'ipotesi della candidatura perché, secondo lui, non si hanno prove sul fatto che Labieno ricoprì la carica di pretore, necessaria al fine di raggiungere la magistratura consolare. Syme obietta sostenendo che "Labienus non fu un politico notevole. Inoltre, i Fasti pretoriani non possono essere recuperati interamente. Che sei dei pretori del 59 a.C. siano conosciuti per nome, è reale: nel 61 e 60, comunque, solo tre e due rispettivamente" (40).
Fra le due posizioni si colloca quella del Broughton che nella terza edizione della sua opera The Magistrates of the Roman Republic sostiene che Labieno fu "probabilmente" pretore nel