88 a. C., Roma. Sei legioni al comando di Silla stanno per entrare in città in armi, violando il pomerium, il sacro suolo della capitale: l'ora dello scontro finale con Mario è arrivata. E Mario è lo zio, il cognato della madre di Gaio Giulio Cesare, un ragazzino curioso ed estroverso. Lui - nonostante la parentela - ha a dire il vero una grande ammirazione per Silla: gli pare che abbia subito una profonda ingiustizia quando Mario gli ha sottratto consolato e comando nella guerra mitridatica, e che il condottiero aristocratico si sia saputo assumere con coraggio la grave responsabilità di usare la forza contro una parte del suo stesso popolo. Gaio Giulio Cesare quindi non sa starsene chiuso in casa come la madre lo implora di fare, e incurante del pericolo corre a guardare i combattimenti che ormai impazzano strada per strada. Durante uno scontro salva un suo coetaneo che stava per essere travolto dai combattenti, Tito Labieno, e poco dopo è quest'ultimo a salvare Caio Giulio Cesare, colpito da un attacco epilettico: è l'inizio di una grande amicizia. 28 anni dopo, nel 60 a. C., i due sono ancora insieme. In Spagna Cesare è propretore e Labieno è il suo legato: la strategia che stanno portando avanti è decisamente spregiudicata: provocare le popolazioni locali costringendole alla battaglia per poi sbaragliarle contando sulla migliore organizzazione militare. Lo scopo? Che a Cesare sia tributato un trionfo e che possa candidarsi al consolato con l'appoggio di Crasso e Pompeo, due tra gli uomini più potenti di Roma, con la prospettiva di vedersi assegnata una provincia influente, per sempio la Gallia Transalpina...
Era solo questione di tempo prima che Andrea Frediani - forse il più capace e preparato tra gli autori di romanzi storici italiani - si decidesse ad affrontare il personaggio Giulio Cesare, vero feticcio degli appassionati del genere. Incurante delle versioni precedenti della vita dell'uomo che cambiò la Repubblica in Impero (anche se l'approccio non è poi molto dissimile da quello usato da Conn Iggulden), Frediani ha costruito una trilogia (questo Dictator - L'ombra di Cesare è solo il primo volume) che scava nella psicologia del celebre protagonista utilizzando i personaggi che gli girano attorno, a partire dal quel Tito Labieno finora colpevolmente un po' trascurato da storiografia e narrativa. Trattandosi qui della ascesa di Cesare (il romanzo si conclude nel 50 a. C., con le sue legioni accampate a Ravenna), lo storico romano può sbizzarrirsi in scene di battaglia - come è noto la sua specialità - davvero avvincenti nel ritmo e impeccabili dal punto di vista della tattica militare. Una curiosità: su alcuni forum di in Rete la copertina del libro (che non è stata scelta da Frediani, va precisato) è stata oggetto di forti critiche perché Cesare vi indossa un'armatura da legionario semplice e quindi non consona al suo rango.